martedì, ottobre 21, 2014

London means energy London means everything

Sono tornato a Londra la settimana scorsa, terza volta per me quest'anno e forse non è finita nel 2014.
Naturalmente ai due giorni di business ho sommato 2 giorni di incontri miei, osservazioni, esplorazioni. Due giorni per vedere amici, amiche, conoscenti che sta cosa qua lo so che ormai è forse fuori fuoco rispatto a quello che dovrei fare, ma a me continua a piacere. Ragazzi, mi piace.

Io tornerei indietro, ai vecchi post che ho scritto quando sono passato da là.. tornerei anche ad ascoltare quella grande sega che è stata Dromomania, programma di Storytelling radio in un periodo fertilissimo della mia vita creativa, 4 anni fa. Tornerei ad ascoltare la puntata dove il malato di viaggio si reca a Londra, ma non mi serve. Me la ricordo ancora perfettamente.

Ricordo tutte le volte che sono venuto a Londra, tutte le cose che ho scritto su questa città, tutti i feeling che ho avuto, gli odori che ho respirato fossero quello di fumo sotterraneo nella Tube, di solvente nei grandi department stores appena puliti al mattino, di muffa nei vecchi record shop, di piscio girando certi angoli dietro pub che ormai non ci sono più, di erba bagnata attraversando Hyde Park.
E poi mi ricordo tutte le sinapsi che mi ha aperto Londra: la southbank che mi rimandava alla mente l'inizio di "4 matrimoni e un funerale; lo scalpitio di zoccoli di cavallo che mi ributtava al piazzale davanti al vecchio Stamford Bridge, a vedere Chelsea-Arsenal rigorosamente al sabato pomeriggio; quel ragazzo che calcia una lattina fuori da una fermata di metro della Hammersmith appena parte "She's elettric" e tutto un lavoro così.
E i suoni, tutte le canzoni di Londra, tutti gli atterraggi in aereo, tutti i viaggi in metro con le cuffie nelle orecchie e via di Pink Floyd e Bowie, Clapton e gli Stones, Massive Attack e Portishead, Wham e Queen, Clash e Jamiroquai e Amy Winehouse perchè Londra più di ogni altro posto al mondo è LA musica, tutta la musica, tutti i suoni.

Però poi Londra è energia, ancora una volta, velocità. E sorpresa.
Energia significa la hostess che ti sorride aperta e ti dà una pacca sulla spalla mentre ti saluta; è la receptionist che ci mette passione nel raccontarti le 4 banalità del suo lavoro; sono i milioni di italiani che sorridenti occupano tutti i bar ristoranti tavole calde e catene di cibo delle zone 1, 2 e 3 di Londra; sono le francesine strafiche che camminano sulle punte lungo Kensington, è Gianlu che ti vuole vedere anche se non ha tempo e si attacca a facebook per fissare un appuntamento e ti viene a prendere alla fermata della metro, è Lucia che non sarà a Londra in quei giorni ma ti manda qualche suggerimento sempre azzeccato, è Margherita che nella sua semplicità mista a serenità si muove precisa tra case da acquistare e reparti maternità, tra fiere del caffè e concerti alla Royal Albert Hall; l'energia di Londra è Silvia che due settimane prima tenta di prenotare all'Esperimental Cocktail Club e lo trova esaurito ma non si prede d'animo e ne scopre un altro quasi migliore; sono i doorman all'Intercontinental di Park Lane, le donne in carriera che spingono dentro la Tube, i kuwaitiani che chattano allo smartphone mentre sorseggianio un tea in un Café Nero, un compleanno improvvisato in un bar kitch di Regent Street, le spagnolite che in gruppo camminano e charlano lungo Portobello Road, le old ladies con berrettino a elica perse a Belgravia che, con un accento pescato con la macchina del tempo, ti chiedono dove sia Crescent Park o Garden o Lane o chissachè.

Velocità significa corsa alla casa: trovarla in affitto, migliorarla, cambiarla, comprarla, aprire un mutuo per lei, convocare un solicitor, rivalutarla, passare il sabato a vederne 4 nuove "di scorta", se non venisse accettata l'offerta per quella scelta. Velocità significa fissare 5 appuntamenti lungo la giornata e durante il quarto parlare del giorno dopo e pensare a ieri, segnarsi il nome di un contatto, di un ristorante, di un sito, di una app, di un libro, un suono, un sogno, un taglio di occhi.
Londra va veloce, e vecchi ricordi liquidi si sovrappongono a quelli presenti e già invercchiati, in un effetto saudade che proietta il te ventenne nelle domande del te quarantenne che sa che ce la farebbe ancora, se decidesse di muovere qui, ma che il sogno non esiste e allora per cavarsi l'astinenza di dosso basta comprare il Guardian lungo Cromwell Road, pedalare con le Borisbikes fino a Portobello e poi da lì, dietro le ville di Holland Gardens, fino a Marylebone e Baker Street e poi su oltre Hampstead heats e chissà dove, senza pensare perchè Londra è veloce, al massimo fermandosi a catturare quel suono con Shazam, perchè Londra è un suono.

Sorpresa significa Harrison Ford vicino di tavolo e quasi non darsene caso, ridacchiando appena con la cameriera aragonés sul drink che si sta bevendo; poi significa una nuova città a est che si è innestata su quella che conoscevi e ne ha creata un'altra, un flavour nuovo ancora che sembra quasi di andare in vacanza se per una sera o una vita si decide di essere uno di loro; infine significa prendere un taxi con la furia addosso e ritrovarsi a parlare in spagnolo con la conducente che è una cilena simpaticissima e scoprire che sta con un tipo del Bangladesh conosciuto durante una vacanza a Londra che è diventato l'uomo della sua vita. Storie di Londra: sei mesi a guidare un cab nero lungo le strade della City of Westminster, sei mesi a descansarse nelle foreste dell'entroterra di laggiù, un posto oltre l'India dove forse prima di lei un cileno non aveva mai messo piede.
La mia curiosità e lo spirito da sociologo da 4 soldi fa sì che le chieda: ti sembra felice la gente qui a Londra? macché, fa lei, vanno tutti di corsa e si dimenticano di vivere!
E chi lo sa, qual'è l'essenza di vivere qui. Forse correre, forse inseguire i propri miti. Forse stringere la mano a David Nicholls (Apple Store di Regent Street, la domenica). Forse parlare in inglese con una ragazza italiana seduta accanto alla fila 7 sul volo BA al rientro. Forse non pensarci più, specchiarsi negli occhi di chi ha fatto certe scelte, incamerare l'impeto di energia quanto più a lungo possibile, invidiarli ma solo un pò e continuare a fare, che il tempo rimasto è ormai poco.
Londra significa energia, ma Londra significa tutto.
Bello viaggiare, bello fermarsi, magari.
Bello pensare all'idea di casa e sognarne una, un giorno.




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